La strada non è tanto quella che hai proclamato di fare quanto quella che realmente
percorri.
Quante volte ci è capitato di avviarci diretti ad una meta, in macchina o a piedi, accorgendoci
solo dopo un tratto di strada che si era presa la direzione sbagliata! A volte si torna
indietro, altre si prosegue ritenendo più opportuno cambiare destinazione.
Questo vale anche nella vita famigliare e comunitaria.
La nostra vita parrocchiale non è un procedere di avvenimenti meccanicamente stabiliti
e di appuntamenti calendarizzati, molto più spesso è determinato dalla realtà stessa che impone
delle attenzioni o dei passaggi e talvolta è orientata da decisioni condivise ragionando
e pregando insieme.
Ogni anno iniziamo a settembre ponendoci degli obiettivi, frutto delle indicazioni del
papa e del nostro vescovo e di quanto la comunità nel corso degli anni sta vivendo.
E’ fondamentale, giunti a questo punto dell’anno, fermarsi per guardare quale strada si
è imboccata e come si stia procedendo.
Partendo da quanto abbiamo scritto nell’assemblea di inizio anno ci chiederemo quali
passi compiuti, in quale direzione, cosa abbiamo sbagliato, quali attenzioni per il futuro, ...
Ecco alcune righe dei nostri “buoni propositi”: “... come singoli e come comunità, dobbiamo
davvero scegliere di convertire il nostro cuore e, conseguentemente, il nostro vissuto.
Siamo invitati a non sentirci più spettatori di azioni pastorali compiute da qualche membro
della comunità, ma a sentircene parte.
Se vogliamo che coloro che si avvicinano alla Chiesa non cerchino tanto dei servizi
quanto una casa abitata da una comunità che ha uno stile proprio, un modo di abitare che
la identifichi, noi
per primi dobbiamo essere non inquilini, ospiti, ma parte viva di questa famiglia ... una
Chiesa che vorrebbe mettere al centro la persona con i suoi bisogni piuttosto che gli schemi
o le convenzioni.
Infine una realtà capace di “includere”, non dunque una serie di eventi, o di iniziative
cui partecipare, ma un insieme di persone che vivono, fanno esperienza dell’essere comunità
e, nel farlo, includono anche i soggetti più fragili o ai margini.”
Ci vediamo tutti domenica 12 alle ore 17 a Fizzonasco.