A beautiful shot of a small lake with a wooden rowboat in focus and breathtaking clouds in the sky

ESERCIZI CHE DIVENTANO VITA

Ci siamo attardati la scorsa settimana a raccontarci di un rapporto cristianamente ispirato con il denaro, per uscire dalla logica della straordinarietà acquisendo uno stile che ci accompagni in maniera continuativa; vogliamo questa settimana riprendere il suggerimento del digiuno allargandone gli orizzonti di senso. Di digiuno parliamo spesso per ragioni mediche o estetiche, raramente, di solito in quaresima, con motivazioni di fede. Cominciamo con lo sgomberare il campo dall’idea che digiunando facciamo un piacere a Dio, pensiero che porta con sé prospettive di meriti o di crediti da poter un giorno esibire. A tal proposito ci sono illuminanti pagine della scrittura che dicono: “misericordia io voglio e non sacrificio” (Mt 9,13); “Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?” (Is 58,6-7). Allora comprendiamo che qualsiasi forma di digiuno noi pratichiamo esso è un esercizio che viviamo per dirci, non solo a parole, ciò che davvero conta di più per noi. Il mio digiuno è finalizzato a ridare il primato a Dio e al fratello, ricordandomi che essi valgono più di ogni cosa, persino di più di ciò che mi pare indispensabile o che rappresenta il mio piacere più grande. Conseguentemente dobbiamo superare la visione materialistica del digiuno dalla carne inteso come tipo di cibo, per andare a cercare cosa nella mia vita ha preso il posto di Dio e del fratello in ordine di importanza! Allora, necessariamente questo digiuno quaresimale sarà propedeutico ad un cambiamento della vita in cui dovrò fare attenzione a non tornare a stravolgere l’ordine di importanza delle cose. Tornerò a compiere quella determinata azione (uso del cellulare, della televisione, della carta di credito, …), a nutrirmi di quel tipo di bene (cioccolato, dolce, pesce, …), a usare il mio tempo per (andare a correre, leggere, …), ma farò attenzione a non farne un dovere insopprimibile, un’istanza irrinunciabile, una nuova divinità! Questo percorso ci accorgeremo che cambierà la nostra vita, perché avrà liberato in noi tempo, energie e, talvolta, risorse economiche. Ne ricaveremo in serenità … e ne beneficerà il fratello.

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