Presentazione del percorso di iniziazione cristiana

Nella nostra parrocchia il percorso di iniziazione cristiana ha i confini e le caratteristiche della catechesi voluta dalla nostra diocesi: inizio in seconda elementare (non in terza), comunione in quarta, cresima all’inizio della prima media, …
Tuttavia, dentro la normalità del nostro percorso cerchiamo di mettere in atto alcune importanti attenzioni.

Primo: la centralità della Parola

Tutto l’itinerario è pensato come ascolto della Parola, quasi sempre nella forma della narrazione, ad opera dei sacerdoti, dei diaconi o dei catechisti.
Il diventare e l’essere cristiano dipendono da un incontro, dal mio incontro con Gesù che mi mostra il volto del Padre.
Non si tratta di imparare precetti o norme, astratte verità di fede o riti complicati; il discepolo è colui che ha incontrato Gesù e, chiamato da Lui, ha deciso di stare con Lui per conoscerlo di più (“venite e vedrete”).
Nel primo anno il racconto vuole essere un rapido, ma significativo, volo di ricognizione sulla storia della salvezza.
Il secondo, il terzo e il quarto sono una conoscenza della Buona Notizia che è Gesù seguendo il ritmo dell’anno liturgico, lasciandosi guidare ogni anno prevalentemente da un Vangelo.
Il breve tratto del quinto anno, i mesi che precedono la Cresima, sono un “incontro” più approfondito con lo Spirito Santo.

Secondo: nella Chiesa, nella comunità cristiana

E’ possibile un incontro reale con il Signore normalmente con l’aiuto della sua Chiesa, che è concretamente visibile nella comunità cristiana nella quale il ragazzo si sta inserendo.
Comunità che incontro anzitutto nella celebrazione Eucaristica, il popolo che celebra ha i molteplici volti della Chiesa (anziani e giovani, uomini e donne, sani e malati, innumerevoli carismi e ministeri, …).
Nell’incontro di catechesi incontro la catechista, ma la catechesi è in realtà originata da tutta la comunità cristiana che mi educa nelle celebrazioni, nelle azioni di carità, nei momenti di festa e di gioco, …
Per questo la catechesi non è e non può essere l’ora pre o post messa, è l’insieme di tutto ciò che viene proposto per crescere nella fede.

Terzo: celebrando e vivendo la carità

Come già introdotto, la catechesi non è solo ascolto, è anche celebrare il Signore e amare come Lui ci ha insegnato.
Per questo lungo l’itinerario i ragazzi a partire dal secondo anno sono invitati a partecipare all’Eucarestia domenicale, e, sin dal primo anno, ad altri momenti celebrativi con la comunità o appositamente pensati.
Lungo il percorso i ragazzi vengono coinvolti in azioni di carità, nei momenti forti, ma anche in altre circostanze.

Quarto: con i genitori

Tutti i genitori che hanno chiesto il battesimo per i loro figli si sono assunti la responsabilità di educarli alla fede. La partecipazione alla catechesi dell’iniziazione cristiana ne è solo un corollario.
Anzitutto sono chiamati a vivere la fede ordinariamente nella vita famigliare e in special modo con i figli.
In tal senso il primo anno di cammino è in realtà pensato più come momento di formazione per i genitori che per i figli, per risvegliare questo senso di responsabilità.

Inoltre: chiamata e formazione delle catechiste.

L’obiettivo è quello di formare per ogni anno un’equipe di catechiste con mamme o papà dei bambini che iniziano il percorso, integrata da figure giovanili e da qualche persona che abbia già maturato un’esperienza in questo senso.
In questo ci è di aiuto il primo anno di percorso fatto insieme ai genitori.
I genitori che danno la disponibilità, insieme a tutti coloro che saranno catechiste di quella fascia di età, partecipano ad un percorso formativo ad hoc, sui contenuti di fede che dovranno trasmettere e sui metodi della catechesi, un po’ di teologia e un po’ di metodologia.
La formazione diviene poi permanente, attraverso gli incontri di formazione e programmazione che ogni tempo liturgico le catechiste hanno con il sacerdote di riferimento.
A loro il compito di trovarsi in altre occasioni per una programmazione “spicciola”.